
I dazi doganali statunitensi e l’economia svizzera: domande e risposte
Gli Stati Uniti hanno annunciato che dal 7 agosto 2025 applicheranno alla Svizzera una tariffa di base del 39%. I massicci dazi statunitensi rappresentano un onere molto gravoso per le imprese esportatrici svizzere. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, economiesuisse fornisce risposte alle domande più importanti.
Di seguito è riportata una panoramica delle questioni attuali relative ai dazi statunitensi. Una valutazione di economiesuisse è disponibile nel nostro comunicato stampa e nel nostro News-Ticker: politica commerciale di Donald Trump 2.0 – conseguenze per la Svizzera.
I dazi doganali statunitensi e l’economia svizzera
Il 31 luglio gli Stati Uniti hanno annunciato nuovi dazi nei confronti di specifici partner commerciali («reciprocal tariffs») a partire dal 7 agosto. Per la Svizzera è prevista una tariffa di base del 39% sulla maggior parte delle importazioni. Il relativo ordine esecutivo è disponibile qui.
Le esportazioni farmaceutiche svizzere verso gli Stati Uniti sono per il momento escluse dai dazi doganali. Tuttavia, nei confronti del settore farmaceutico sono attualmente in corso indagini separate («Section 232-investigations») da parte delle autorità statunitensi, i cui risultati sono attesi tra poche settimane.
Dal 5 aprile 2025 gli Stati Uniti applicano una tariffa di base pari al 10% su tutte le importazioni.
Inoltre, a partire dal 9 aprile sono stati applicati per un breve periodo tariffe nei confronti di specifici partner commerciali fino al 49%. Per le esportazioni svizzere verso gli Stati Uniti era prevista una tariffa del 31%. Tuttavia, dopo poche ore, il governo statunitense ha sospeso questi dazi specifici per tre mesi, fino al 9 luglio 2025, per consentire lo svolgimento di negoziati. Questo termine è stato nuovamente prorogato dal governo statunitense fino al 1° agosto 2025. I dazi dovrebbero ora essere sostituiti dalle nuove tariffe nei confronti di specifici partner commerciali a partire dal 7 agosto.
Nel marzo 2025 è entrata in vigore separatamente una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio negli Stati Uniti. A fine maggio 2025 è stata raddoppiata al 50%. Dall'inizio di aprile 2025 è inoltre in vigore una tariffa del 25% sulle importazioni di automobili e di alcuni per l'industria automobilistica.
Una panoramica dettagliata è disponibile nella nostra rubrica sulla politica commerciale del Presidente Trump.
Il Presidente degli Stati Uniti Trump giustifica queste tariffe reciproche («reciprocal tariffs») con presunte pratiche commerciali sleali da parte dei principali partner, tra cui dazi sui prodotti statunitensi, manipolazione valutaria ed imposte sul valore aggiunto elevate. L'obiettivo di Trump è sia di incoraggiare le imprese estere a delocalizzare la produzione negli Stati Uniti, che di aumentare le entrate del governo federale. Infine, i dazi servono anche come strumento di pressione per il governo statunitense nei futuri negoziati con i paesi interessati.
Le tariffe del 39% rappresentano un onere molto gravoso per le imprese esportatrici svizzere. Ciò ha a sua volta ripercussioni sull'economia interna. I nuovi dazi statunitensi comportano un grave svantaggio competitivo rispetto ai nostri paesi limitrofi. I dazi rendono più costose le esportazioni svizzere, indeboliscono la competitività delle imprese e pesano sul clima degli investimenti. A causa degli elevati dazi doganali, esiste il rischio che alcuni esportatori vengano semplicemente esclusi dal mercato americano.
Il nostro Paese è uno dei migliori partner commerciali degli Stati Uniti e non applica più dazi doganali sui prodotti industriali. Inoltre, la Svizzera è uno dei sei maggiori investitori diretti esteri negli Stati Uniti, responsabile per la creazione di oltre 400’000 posti di lavoro, ed è addirittura il primo investitore nel settore della ricerca e sviluppo negli Stati Uniti. Viceversa, gli Stati Uniti (quota delle esportazioni: 18% nel 2024 – oro escluso) sono il principale mercato di esportazione della Svizzera, davanti alla Germania (quota delle esportazioni: 15%).
I dazi statunitensi entrano in vigore in una fase in cui le prospettive di esportazione in altri mercati di riferimento sono già offuscate.
No. Il Consiglio federale dovrebbe continuare a rinunciare a contromisure e puntare su una soluzione negoziale con gli Stati Uniti. Ulteriori tensioni commerciali non sono nell'interesse della Svizzera. Inoltre, contromisure da parte della Svizzera comporterebbero costi per l'economia nazionale e sarebbero controproducenti. Il mercato svizzero è infatti troppo piccolo per poter esercitare una rappresaglia efficace
- Il Consiglio federale e la diplomazia economica sono chiamati ad agire: occorre ottenere quanto prima almeno una riduzione dei dazi statunitensi. Per le imprese svizzere è fondamentale trovare una soluzione vantaggiosa alla controversia doganale e instaurare relazioni affidabili con il loro principale mercato di esportazione, gli Stati Uniti.
- Competitività della piazza economica svizzera: occorre fare tutto il possibile per rafforzare l'attrattività della piazza economica svizzera. È urgente rinunciare a regolamentazioni inutili e a oneri finanziari supplementari per le imprese. È quindi necessario sottoporre a un esame critico i progetti legislativi che potrebbero comportare oneri aggiuntivi per le imprese svizzere. Occorre inoltre adottare misure volte ad alleggerire il carico fiscale delle imprese.
- Mercati aperti a livello mondiale: occorre proseguire la strategia di diversificazione delle nostre relazioni commerciali. Ora, gli accordi di libero scambio come quello con il Mercosur o la modernizzazione di quello con la Cina vanno affrontati con rapidità.
- Relazioni con l'UE: proprio alla luce degli elevati dazi statunitensi, relazioni affidabili con l'UE, il nostro principale partner commerciale, assumono un'importanza ancor più rilevante. Ora, è necessaria una rapida ratifica degli Accordi bilaterali III.
- Preparazione all'importazione e dichiarazione doganale: prima che la merce arrivi negli Stati Uniti via mare, aria, ferrovia o strada, gli importatori devono presentare alla dogana statunitense (U.S. Customs and Border Protection) dei documenti elettronici contenenti dettagli sui prodotti, la loro origine e la loro composizione.
- Arrivo delle merci negli Stati Uniti: non appena la spedizione arriva negli Stati Uniti, i funzionari doganali statunitensi controllano i documenti presentati. Effettuano anche controlli a campione per verificare la correttezza delle informazioni fornite.
- Sdoganamento e stoccaggio: dopo il controllo, le merci vengono sdoganate. Successivamente vengono solitamente trasferite in un magazzino o direttamente al destinatario. La parte responsabile dello sdoganamento e dello stoccaggio, nonché dei relativi costi, dipende dagli Incoterms concordati.
- Calcolo e pagamento dei dazi doganali: gli importatori hanno quindi dai 10 ai 30 giorni di tempo (a seconda dell'accordo contrattuale) per calcolare e pagare i dazi dovuti, online o tramite fattura. Spesso questa attività viene svolta da agenti doganali autorizzati per conto delle imprese. Un software specializzato aiuta a calcolare correttamente anche combinazioni complesse di tariffe.
Fonte: sulla base delle informazioni del Wall Street Journal
I dazi doganali sono inizialmente a carico dell'importatore, ovvero nella maggior parte dei casi un'impresa statunitense. Tuttavia, l'onere effettivo è ripartito tra diversi attori: l'importatore, il fornitore e, in particolare, i consumatori negli Stati Uniti. L'entità dell'impatto su ciascuno di questi soggetti dipende dalle alternative disponibili. È quindi fondamentale che i consumatori statunitensi possano ricorrere a prodotti sostitutivi più economici, che l'importatore trovi un altro fornitore o che l'esportatore riesca ad acquisire un nuovo fornitore per le sue merci.
Qui trovate un breve video esplicativo della CNN al riguardo.
economiesuisse mette a vostra disposizione un'analisi aggiornata della situazione nella sua rubrica sulla politica commerciale del Presidente Trump.
Per domande specifiche relative alle ripercussioni delle misure statunitensi sulle esportazioni, potete rivolgervi all'Exporthelp di Switzerland Global Enterprise (S-GE):
Modifiche dei dazi doganali statunitensi imposte dall’amministrazione Trump
Telefono: 0844 811 812
Indirizzo e-mail: exporthelp@s-ge.com
Pagina web: S-GE ExportHelp | S-GE
Pubblicazioni relative alla decisione del 31 luglio 2025:
- Ordine esecutivo, 31 luglio 2025: Further Modifying the Reciprocal Tariff Rates
- Comunicato stampa di economiesuisse (1° agosto 2025): Dazi statunitensi massicci e ingiustificati: un onere molto gravoso per l'economia svizzera
- News-Ticker economiesuisse: politica commerciale di Trump 2.0 - conseguenze per la Svizzera
Informazioni sulle norme di origine:
- Le norme di origine non preferenziali degli Stati Uniti sono riportate nella Parte 102 del Code of Federal Regulations: eCFR :: 19 CFR Parte 102 -- Rules of Origin, inclusa la lista di norme (102.20 Specific rules by tariff classification): https://www.ecfr.gov/current/title-19/section-102.20.
Informazioni sui dazi supplementari su acciaio e alluminio, nonché sulle automobili e sui componenti per l’industria automobilistica:
- A questo proposito vi rimandiamo alla pagina della SECO: Informazioni dettagliate sui dazi doganali statunitensi.