Gli ac­cor­di bi­la­te­ra­li sono an­co­ra pos­si­bi­li

Da parte del­l’UE si sente re­go­lar­men­te af­fer­ma­re che non è pos­si­bi­le con­clu­de­re altri ac­cor­di nel­l’am­bi­to della via bi­la­te­ra­le con la Sviz­ze­ra senza un ac­cor­do-qua­dro isti­tu­zio­na­le. Que­sta dura re­to­ri­ca con­trad­di­ce il prag­ma­ti­smo lo­de­vo­le di Bru­xel­les: un ac­cor­do bi­la­te­ra­le sulle que­stio­ni della con­cor­ren­za è stato con­clu­so la scor­sa set­ti­ma­na. Nes­su­no se ne è ac­cor­to?

​La Sviz­ze­ra rea­liz­za circa il 30% del pro­prio pro­dot­to in­ter­no lordo gra­zie agli scam­bi con l’UE. Essa è anche uno dei prin­ci­pa­li mo­to­ri delle espor­ta­zio­ni eu­ro­pee: il de­fi­cit della bi­lan­cia com­mer­cia­le Sviz­ze­ra-UE rag­giun­ge i 40 mi­liar­di di euro. Le re­la­zio­ni tra la Sviz­ze­ra e l’UE sono stret­te e di­ver­si­fi­ca­te. Esse si ba­sa­no su una rete di circa 20 ac­cor­di bi­la­te­ra­li im­por­tan­ti e oltre 100 altri ac­cor­di.

Sot­to­scri­ven­do un nuovo ac­cor­do sulle que­stio­ni della con­cor­ren­za, l’UE stes­sa di­mo­stra che le sue re­la­zio­ni con la Sviz­ze­ra non sono ad un punto morto. Quan­do è ne­ces­sa­rio, Bru­xel­les agi­sce in ma­nie­ra molto prag­ma­ti­ca, imi­tan­do in que­sto la Sviz­ze­ra. Spet­ta a noi dun­que ri­chie­de­re que­sto prag­ma­ti­smo anche per le que­stio­ni isti­tu­zio­na­li.