Ses­sio­ne au­tun­na­le 2019

La ses­sio­ne au­tun­na­le si è svol­ta dal 9 al 27 set­tem­bre. Ecco le no­stre prese di po­si­zio­ne sui temi im­por­tan­ti.

Rias­sun­to della ses­sio­ne

L’ul­ti­ma ses­sio­ne della 50a le­gi­sla­tu­ra del­l’As­sem­blea fe­de­ra­le è ter­mi­na­ta ve­ner­dì scor­so. Nel corso delle ul­ti­me tre set­ti­ma­ne, il Con­si­glio na­zio­na­le e il Con­si­glio degli Stati hanno posto delle basi es­sen­zia­li – anche per l’e­co­no­mia – nella po­li­ti­ca cli­ma­ti­ca, nella pro­te­zio­ne dei dati, per l’in­tro­du­zio­ne del­l’i­den­ti­tà elet­tro­ni­ca e at­tra­ver­so adat­ta­men­ti alla legge sul di­rit­to d’au­to­re. Inol­tre, il Par­la­men­to ha per­mes­so al Con­si­glio fe­de­ra­le di ar­ric­chi­re il di­bat­ti­to sul­l’i­ni­zia­ti­va “Per im­pre­se re­spon­sa­bi­li” con un suo nuovo con­tro­pro­get­to. In­di­pen­den­te­men­te dai pro­get­ti, l’a­spet­to cen­tra­le per eco­no­mie­suis­se è che essi raf­for­za­no la com­pe­ti­ti­vi­tà della Sviz­ze­ra, o per­lo­me­no non la in­de­bo­li­sco­no. Que­sto nel­l’in­te­res­se delle im­pre­se e della po­po­la­zio­ne.

"Lo stru­men­to sba­glia­to non porta al­l’o­biet­ti­vo. Una re­go­la­men­ta­zio­ne inop­por­tu­na non è solo inef­fi­ca­ce ma molto spes­so anche con­tro­pro­du­cen­te”. Ab­bia­mo così espres­so il no­stro punto di vista prima del di­bat­ti­to d’en­tra­ta in ma­te­ria in Con­si­glio degli Stati sul se­con­do pro­get­to della re­vi­sio­ne del di­rit­to della so­cie­tà ano­ni­ma – il con­tro­pro­get­to di­ret­to al­l’i­ni­zia­ti­va “Per im­pre­se re­spon­sa­bi­li”. Gli aspet­ti ma­te­ria­li non sono però stati de­ci­si, poi­ché la Ca­me­ra alta ha stral­cia­to l’og­get­to dal­l’or­di­ne del gior­no e in­ca­ri­ca­to la Com­mis­sio­ne degli af­fa­ri giu­ri­di­ci di ri­pren­de­re i suoi la­vo­ri te­nen­do conto delle re­cen­ti ri­fles­sio­ni del Con­si­glio fe­de­ra­le. Que­sta de­ci­sio­ne è per­ti­nen­te. La Sviz­ze­ra ha bi­so­gno di re­go­le con­cor­da­te a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le e non di agire iso­la­ta­men­te, peg­gio­ran­do la sua si­tua­zio­ne. La Com­mis­sio­ne degli af­fa­ri giu­ri­di­ci do­vreb­be con­ti­nua­re su que­sta stra­da, per una so­lu­zio­ne coor­di­na­ta a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le, an­dan­do drit­to al­l’o­biet­ti­vo e ten­den­do conto delle esi­gen­ze del­l’e­co­no­mia.

Un’al­tra de­ci­sio­ne giu­sta e im­por­tan­te del Con­si­glio na­zio­na­le è il ri­fiu­to con una mag­gio­ran­za di due terzi dell’ini­zia­ti­va per la li­mi­ta­zio­ne. Que­sto pro­get­to ra­di­ca­le por­reb­be fine alla via bi­la­te­ra­le e de­te­rio­re­reb­be l’ac­ces­so delle im­pre­se sviz­ze­re al loro prin­ci­pa­le mer­ca­to d’e­spor­ta­zio­ne. Per l’e­co­no­mia del no­stro Paese, le con­se­guen­ze sa­reb­be­ro di­sa­stro­se: in un solo anno esso per­de­reb­be il di­rit­to di par­te­ci­pa­re al mer­ca­to in­ter­no del­l’UE. Sa­reb­be la fine di un suc­ces­so che ha ap­por­ta­to alla Sviz­ze­ra im­pie­ghi e be­nes­se­re. Il pro­get­to sarà pro­ba­bil­men­te posto in vo­ta­zio­ne nel mag­gio del 2020.

Per gli stes­si mo­ti­vi, il Con­si­glio ha fatto bene a re­spin­ge­re una mo­zio­ne che vo­le­va rin­via­re a Bru­xel­les l’ac­cor­do qua­dro isti­tu­zio­na­le con l’UE.

Il di­bat­ti­to sul clima si in­fiam­ma ovun­que, anche nei voti e nelle de­ci­sio­ni del Con­si­glio degli Stati sulla re­vi­sio­ne to­ta­le della legge sul CO2. La Ca­me­ra alta vuole af­fron­ta­re le sfide fu­tu­re con un au­men­to delle tasse sui car­bu­ran­ti, il die­sel, la nafta e il gas, l’in­tro­du­zio­ne di una tassa sui bi­gliet­ti aerei e li­mi­ti più ri­gi­di per i ri­scal­da­men­ti ad ener­gia fos­si­le e i vei­co­li. Essa pre­ve­de inol­tre di co­sti­tui­re un fondo per il clima. eco­no­mie­suis­se vede pa­rec­chie di que­ste de­ci­sio­ni con oc­chio cri­ti­co e ri­tie­ne par­ti­co­lar­men­te inap­pro­pria­ta la tassa sui bi­gliet­ti aerei. Spet­ta al Con­si­glio na­zio­na­le cor­reg­ge­re que­sti punti del pro­get­to. L’or­ga­niz­za­zio­ne man­tel­lo so­stie­ne però l’o­biet­ti­vo di ri­dur­re le emis­sio­ni di CO2 in Sviz­ze­ra e ap­pro­va il rin­no­vo del Pro­gram­ma Edi­fi­ci sino alla fine del 2030. A medio ter­mi­ne, vi è anche una certa aper­tu­ra per la pa­ri­tà di trat­ta­men­to per i com­bu­sti­bi­li e i car­bu­ran­ti.

Il Con­si­glio na­zio­na­le ha con­si­de­ra­to le no­stre prin­ci­pa­li pre­oc­cu­pa­zio­ni per la re­vi­sio­ne della legge sulla pro­te­zio­ne dei dati, fa­cen­do così un passo in di­re­zio­ne di un testo ac­cet­ta­bi­le dal punto di vista am­mi­ni­stra­ti­vo e ap­pro­pria­to a li­vel­lo in­ter­na­zio­na­le. Ciò è es­sen­zia­le per la cer­tez­za del di­rit­to e di pia­ni­fi­ca­zio­ne delle im­pre­se, ma anche per evi­ta­re di­ver­si modi di pro­te­zio­ne dei dati. Af­fin­ché l’e­co­no­mia possa so­ste­ner­li al­cu­ni punti del pro­get­to do­vran­no an­co­ra es­se­re pre­ci­sa­ti dalla se­con­da ca­me­ra.

Al ter­mi­ne di un di­bat­ti­to du­ra­to vari de­cen­ni, la re­vi­sio­ne della legge sul di­rit­to d’au­to­re è in­fi­ne stata ap­pro­va­ta. Gli adat­ta­men­ti si sono orien­ta­ti al “com­pro­mes­so d’A­GU­R12 II”, al quale eco­no­mie­suis­se ha am­pia­men­te con­tri­bui­to. È po­si­ti­vo che il pro­get­to sia stato por­ta­to a ter­mi­ne se­guen­do que­sti prin­ci­pi. I ra­pi­di pro­gres­si tec­no­lo­gi­ci degli ul­ti­mi anni, che hanno sol­le­va­to nuove que­stio­ni giu­ri­di­che e ge­ne­ra­to nuove forme di va­lo­riz­za­zio­ne, ri­chie­do­no un ade­gua­men­to.

Dopo di­ver­si anni di ne­go­zia­ti, il Par­la­men­to ha rag­giun­to un altro com­pro­mes­so per la legge sui ser­vi­zi d’i­den­ti­fi­ca­zio­ne elet­tro­ni­ca (e-ID). eco­no­mie­suis­se sa­lu­ta fa­vo­re­vol­men­te l’in­tro­du­zio­ne del­l’i­den­ti­tà elet­tro­ni­ca, tanto più che le pre­oc­cu­pa­zio­ni ed esi­gen­ze cen­tra­li del­l’e­co­no­mia sono state con­si­de­ra­te. È im­por­tan­te ora che l’ap­pli­ca­zio­ne av­ven­ga ra­pi­da­men­te. L’e-ID ri­co­no­sciu­ta dallo Stato rap­pre­sen­ta la base per nu­me­ro­se so­lu­zio­ni di cy­be­ram­mi­ni­stra­zio­ne e nuove ap­pli­ca­zio­ni di­gi­ta­li del­l’e­co­no­mia. Que­ste ul­ti­me sgra­ve­ran­no da un punto di vista am­mi­ni­stra­ti­vo la po­po­la­zio­ne, le im­pre­se e l’am­mi­ni­stra­zio­ne e raf­for­ze­ran­no l’at­trat­ti­vi­tà della piaz­za eco­no­mi­ca sviz­ze­ra.

L’e-ID fa­vo­ri­rà la tra­sfor­ma­zio­ne di­gi­ta­le. Il pro­gram­ma d’im­pul­so di­gi­ta­liz­za­zio­ne mi­ra­va ad un ri­sul­ta­to ana­lo­go per le uni­ver­si­tà fe­de­ra­li e can­to­na­li, non­ché le scuo­le uni­ver­si­ta­rie pro­fes­sio­na­li. Giu­sta­men­te, il Con­si­glio degli Stati ha re­spin­to il pro­get­to, poi­ché que­sti obiet­ti­vi de­vo­no es­se­re rag­giun­ti nel­l’am­bi­to del mes­sag­gio FRI, non se­pa­ra­ta­men­te dalle mi­su­re in que­stio­ne e nem­me­no con mezzi sup­ple­men­ta­ri. Il Con­si­glio na­zio­na­le sa­reb­be ben pro­pen­so a se­gui­re la Ca­me­ra alta in se­con­da bat­tu­ta.

Anche il Con­si­glio na­zio­na­le ha posto buoni in­cen­ti­vi fi­nan­zia­ri, nella fat­ti­spe­cie nel si­ste­ma sa­ni­ta­rio. La Ca­me­ra bassa ha de­ci­so che i trat­ta­men­ti nei set­to­ri am­bu­la­to­ria­le e sta­zio­na­rio sa­ran­no ora fi­nan­zia­ti da un unico e me­de­si­mo fondo. eco­no­mie­suis­se con­di­vi­de que­sto ap­proc­cio di fi­nan­zia­men­to mo­ni­sti­co delle pre­sta­zio­ni delle cure che, oltre a mi­glio­ra­re la tra­spa­ren­za e la ve­ri­tà dei costi, eli­mi­na gli in­cen­ti­vi ne­ga­ti­vi do­vu­ti oggi ai di­ver­si si­ste­mi di fat­tu­ra­zio­ne dei costi ge­ne­ra­ti dai trat­ta­men­ti am­bu­la­to­ria­li e sta­zio­na­ri.

Inol­tre, il Con­si­glio na­zio­na­le ha preso la giu­sta de­ci­sio­ne di re­spin­ge­re il pro­get­to di fi­nan­zia­men­to del­l’A­VS da parte della Banca na­zio­na­le sviz­ze­ra (BNS), che chie­de­va il ver­sa­men­to al­l’A­VS, in una sola volta, della metà del­l’au­men­to del ca­pi­ta­le pro­prio della BNS (dopo il 31 di­cem­bre 2007). In que­sto modo, la Ca­me­ra bassa evita un’in­ge­ren­za della po­li­ti­ca nella com­pe­ten­za de­ci­sio­na­le della BNS e una con­fu­sio­ne tra po­li­ti­ca mo­ne­ta­ria e bud­ge­ta­ria.

Per con­tro, l’e­sten­sio­ne della legge sulla pro­te­zio­ne del­l’am­bien­te oltre alla re­vi­sio­ne chie­sta (di­vie­to di met­te­re in com­mer­cio le­gna­me ot­te­nu­to il­le­gal­men­te) è piut­to­sto ir­ri­tan­te. Senza nes­sun senso cri­ti­co, il Con­si­glio degli Stati ha, quale se­con­da ca­me­ra, so­ste­nu­to il com­ple­men­to pro­po­sto dal Con­si­glio na­zio­na­le. Que­st’ul­ti­mo per­met­te­rà al Con­si­glio fe­de­ra­le di im­por­re delle re­go­le per il com­mer­cio di altre ma­te­rie prime e pro­dot­ti quali il le­gna­me. Il Con­si­glio degli Stati avreb­be an­co­ra po­tu­to ri­bal­ta­re la si­tua­zio­ne e ri­nun­cia­re a que­sta esten­sio­ne il cui im­pat­to non è stato ben pon­de­ra­to. Nella pra­ti­ca, il Con­si­glio fe­de­ra­le dovrà ora se­gui­re le spie­ga­zio­ni della Con­si­glie­ra fe­de­ra­le Si­mo­net­ta Som­ma­ru­ga e usare que­sta com­pe­ten­za solo con gran­de cir­co­spe­zio­ne.

In­fi­ne, l’ul­ti­mo gior­no della ses­sio­ne ha visto il Con­si­glio na­zio­na­le ap­pro­va­re ad ampia mag­gio­ran­za l’ac­cor­do di li­be­ro scam­bio con l’In­do­ne­sia. Per le im­pre­se sviz­ze­re, que­st’ul­ti­mo apre la porta ad uno dei prin­ci­pa­li mer­ca­ti in cre­sci­ta al mondo. Con oltre 260 mi­lio­ni di abi­tan­ti, una clas­se media in espan­sio­ne e un con­te­sto po­li­ti­co sta­bi­le, l’In­do­ne­sia è già oggi im­por­tan­te per nu­me­ro­si espor­ta­to­ri. eco­no­mie­suis­se ri­tie­ne che que­sta de­ci­sio­ne cru­cia­le per l’e­co­no­mia del no­stro Paese abbia con­clu­so la ses­sio­ne con una nota po­si­ti­va.