Fi­nan­ze fe­de­ra­li fino al 2015: con­ti­nui­tà e … nubi al­l’o­riz­zon­te!

Nel con­te­sto del pro­gram­ma di le­gi­sla­tu­ra, il mondo po­li­ti­co esa­mi­na at­tual­men­te le pro­spet­ti­ve a medio ter­mi­ne della po­li­ti­ca fi­nan­zia­ria della Con­fe­de­ra­zio­ne. Esse non sono rosee e po­treb­be­ro anche de­te­rio­rar­si, se­con­do l’e­vo­lu­zio­ne della si­tua­zio­ne eco­no­mi­ca. Per quan­to con­cer­ne le usci­te, è ne­ces­sa­rio un con­so­li­da­men­to, men­tre dal lato delle en­tra­te, la prio­ri­tà è co­sti­tui­ta dal raf­for­za­men­to della piaz­za eco­no­mi­ca at­tra­ver­so una ri­for­ma del­l’im­po­si­zio­ne delle im­pre­se .
Il Par­la­men­to di­bat­te­rà pros­si­ma­men­te gli obiet­ti­vi della le­gi­sla­tu­ra della Con­fe­de­ra­zio­ne, tra i quali fi­gu­ra il piano fi­nan­zia­rio di le­gi­sla­tu­ra (PFL) che trac­cia gli svi­lup­pi di po­li­ti­ca fi­nan­zia­ria a medio ter­mi­ne.
I fat­to­ri di spesa sono noti.

 
Il PFL pre­sen­ta due ca­rat­te­ri­sti­che prin­ci­pa­li: una no­te­vo­le con­ti­nui­tà e gran­di in­cer­tez­ze. Le voci di spesa più one­ro­se della Con­fe­de­ra­zio­ne man­ten­go­no lo stes­so vi­go­re degli scor­si anni. Il set­to­re della pre­vi­den­za so­cia­le re­gi­stra an­co­ra una pro­gres­sio­ne spro­por­zio­na­ta, come del resto il set­to­re della for­ma­zio­ne. Anche le spese per i tra­spor­ti e l’a­iu­to allo svi­lup­po re­gi­stra­no una cre­sci­ta. Per quan­to con­cer­ne l’a­iu­to allo svi­lup­po, il Par­la­men­to pre­ve­de 700 mi­lio­ni di fran­chi sup­ple­men­ta­ri fino al 2015 – una cre­sci­ta re­cord pari a circa il 9% al­l’an­no (a ti­to­lo com­pa­ra­ti­vo: +4,2% per la for­ma­zio­ne, +3,2% per i tra­spor­ti).

 
De­ter­mi­na­te dal­l’e­vo­lu­zio­ne dei costi del­l’A­VS, dalle ri­du­zio­ni in­di­vi­dua­li dei premi e dalle pre­sta­zio­ni com­ple­men­ta­ri, le spese per la pre­vi­den­za so­cia­le rag­giun­go­no una quota del bud­get della Con­fe­de­ra­zio­ne del 34%, un li­vel­lo re­cord se pa­ra­go­na­te al 25% di ap­pe­na ven­t’an­ni fa. Le spese per l’a­gri­col­tu­ra sono sta­bi­li da di­ver­si anni, anche se da tempo sono in atto nel set­to­re delle ri­for­me strut­tu­ra­li. Bi­so­gne­reb­be fare in modo che le ri­for­me in que­sto set­to­re non si tra­du­ca­no solo in una re­vi­sio­ne dei com­pi­ti, ma che si pos­sa­no rag­giun­ge­re anche dei gua­da­gni d’ef­fi­cien­za, al­fi­ne di ri­dur­re le spese a ca­ri­co dello Stato.

 
Pro­gram­ma di con­so­li­da­men­to in esta­te
In­co­gni­te non tra­scu­ra­bi­li pe­sa­no sulle varie voci di usci­te e di en­tra­te. Per quan­to ri­guar­da le spese, men­zio­nia­mo anche il sup­ple­men­to pre­vi­sto per l’e­ser­ci­to a se­gui­to della de­ci­sio­ne, presa l’an­no scor­so dal Par­la­men­to, di ac­qui­sta­re nuovi aerei da com­bat­ti­men­to. Que­sta ul­te­rio­re spesa di 600 mi­lio­ni di fran­chi, che non è com­pre­sa nel PFL pub­bli­ca­to a gen­na­io, de­te­rio­ra sen­si­bil­men­te i conti. Nel PFL Il Con­si­glio fe­de­ra­le pre­ve­de conti equi­li­bra­ti – pur se di poco - fino al 2015 (con un de­fi­cit strut­tu­ra­le di 120 mi­lio­ni di fran­chi nel 2015, che dovrà es­se­re cor­ret­to). Tut­ta­via, le spese sup­ple­men­ta­ri de­sti­na­te al­l’e­ser­ci­to ri­schia­no di far an­da­re in rosso i ri­sul­ta­ti.

 
Un certo sol­lie­vo po­treb­be pro­ve­ni­re dagli utili della Banca na­zio­na­le. Esi­ste a tal pro­po­si­to un nuovo ac­cor­do se­con­do il quale la Con­fe­de­ra­zio­ne, in caso di ri­ser­ve suf­fi­cien­ti per di­stri­bu­zio­ni fu­tu­re della BNS, ri­ce­ve 330 mi­lio­ni di fran­chi al­l’an­no. Dal mo­men­to che que­ste ri­sor­se sono co­mun­que in­cer­te, esse non sono in­clu­se nel PFL. In­fi­ne, il bi­so­gno di cor­re­zio­ne sarà pro­ba­bil­men­te più ele­va­to del pre­vi­sto. La Con­fe­de­ra­zio­ne in­ten­de sod­di­sfar­lo gra­zie ad un nuovo pro­gram­ma di con­so­li­da­men­to, già an­nun­cia­to. La re­la­ti­va pro­ce­du­ra di con­sul­ta­zio­ne è pre­vi­sta per la pros­si­ma esta­te.

La gran­de in­cer­tez­za con­giun­tu­ra­le
Per quan­to ri­guar­da il bud­get della Con­fe­de­ra­zio­ne, l’e­le­men­to chia­ve è in de­fi­ni­ti­va l’an­da­men­to del­l’e­co­no­mia. Fino ad oggi, il Con­si­glio fe­de­ra­le si at­ten­de un’e­vo­lu­zio­ne “nor­ma­le”. Ma esso pre­ve­de anche la pos­si­bi­li­tà di un netto peg­gio­ra­men­to delle pro­spet­ti­ve. Un ral­len­ta­men­to per­si­sten­te del­l’at­ti­vi­tà eco­no­mi­ca col­pi­reb­be le fi­nan­ze fe­de­ra­li. Se­con­do la gra­vi­tà della si­tua­zio­ne, lo Stato do­vreb­be adot­ta­re mi­su­re ben più con­si­sten­ti ri­spet­to a quel­le dei pre­ce­den­ti “pac­chet­ti con­giun­tu­ra­li”. Si parla di uno sfor­zo che po­treb­be rag­giun­ge­re i 2 mi­liar­di di fran­chi.

Oc­cor­re de­fi­ni­re le prio­ri­tà nelle ri­for­me fi­sca­li
Quel­lo che col­pi­sce par­ti­co­lar­men­te gli am­bien­ti eco­no­mi­ci è la forte cre­sci­ta an­nun­cia­ta (8,3% al­l’an­no) del pro­ven­to del­l’im­po­si­zio­ne degli utili. Anche per l’im­po­sta pre­ven­ti­va le pre­vi­sio­ni sono po­si­ti­ve, ciò che smen­ti­sce le cupe pro­ie­zio­ni fatte in pre­ce­den­za. Si con­fer­ma dun­que an­co­ra una volta che le ri­for­me del­l’im­po­si­zio­ne delle im­pre­se che hanno per scopo quel­lo di raf­for­za­re la piaz­za fi­nan­zia­ria, fa­vo­ri­sco­no anche il fisco. Per con­tro, le ri­for­me della fi­sca­li­tà delle per­so­ne fi­si­che at­tua­te ul­ti­ma­men­te com­por­ta­no una di­mi­nu­zio­ne ri­cor­ren­te di quasi un mi­liar­do di fran­chi. Que­sto pone la que­stio­ne delle prio­ri­tà in ma­te­ria di po­li­ti­ca fi­sca­le. Te­nu­to conto delle sfide che la Sviz­ze­ra dovrà af­fron­ta­re, que­ste prio­ri­tà de­vo­no es­se­re de­fi­ni­te pro­prio  nel set­to­re del­l’im­po­si­zio­ne delle im­pre­se. Ciò è in­di­spen­sa­bi­le alla sal­va­guar­dia dei posti di la­vo­ro e rap­pre­sen­ta anche un buon in­ve­sti­men­to per l’at­trat­ti­vi­tà della piaz­za el­ve­ti­ca.