Imposizione minima OCSE in Svizzera: la sospensione non aiuta le imprese

L’essenziale in breve:

  • La sospensione dell'imposizione minima dell'OCSE non porta alcun sollievo alle imprese svizzere, ma piuttosto maggiore incertezza.
  • Finché gli Stati dell'UE applicano l'imposizione minima, una sua abolizione unilaterale da parte della Svizzera non risolve alcun problema.
  • La riduzione della burocrazia, la rinuncia a imposte aggiuntive e il programma di sgravio della Confederazione sono strumenti più efficaci per sostenere le imprese.

La preoccupazione per i dazi statunitensi ha portato alla richiesta di sospendere l'imposizione minima dell'OCSE in Svizzera per alleggerire il carico fiscale delle imprese locali. La preoccupazione è comprensibile e l'obiettivo generale di alleggerire il carico fiscale delle imprese è lodevole. Tuttavia, non è possibile attuarlo in questo modo. Purtroppo, perché, va detto, l'imposizione minima gode di poca simpatia nell'economia. Inoltre, l'accusa secondo cui non ha mantenuto la sua promessa di creare un sistema comune per tutti è giustificata. Tuttavia, una sospensione non serve a nulla: né alle imprese interessate, né al sito produttivo svizzero sottoposto a pressioni di delocalizzazione.

Prevenire la doppia imposizione fiscale

La sospensione dell'imposizione minima avrebbe due conseguenze: altri Stati riscuoterebbero le imposte a cui la Svizzera ha diritto e le imprese svizzere sarebbero soggette a una serie di ulteriori pretese fiscali all'estero. Le incertezze che ne deriverebbero – incertezze giuridiche, controversie e rischio di doppia imposizione – sarebbero notevoli. Le imprese svizzere stanno attualmente investendo ingenti somme per versare l'imposta minima nel nostro Paese nel modo più agevole possibile e garantire così l'accettazione dei risultati all'estero. Se la Svizzera sospendesse l'imposizione minima, anche gli elevati versamenti fiscali svizzeri all'estero sarebbero messi in discussione (le aliquote superiori al requisito minimo del 15% sono più la regola che l'eccezione anche in Svizzera) e fatture supplementari verrebbero emesse a discrezione. A differenza degli Stati Uniti, la Svizzera non può affermare di avere un sistema di imposizione minima diverso ma comparabile in termini di efficacia, ciò che costituisce l'argomento principale addotto dagli Stati Uniti per giustificare la loro mancata adesione all'imposta dell'OCSE. E anche se così fosse, il suo peso (politico) non sarebbe sufficiente per farlo riconoscere.

Situata nel cuore dell'Europa, la Svizzera deve adeguarsi

Finché saranno soprattutto i paesi dell'UE ad applicare l'imposizione minima, è ragionevole che la Svizzera si allinei. Il nostro Paese non è il principale concorrente economico dell'UE, che si trova oltreoceano, laddove sembra esserci una maggiore consapevolezza del fatto che le imposte sono semplicemente dei costi e quindi rilevanti per la competitività. Rispetto alle potenze economiche come gli Stati Uniti e la Cina, l'imposizione minima non rappresenta un vantaggio. Le imprese dell'UE lo hanno capito da tempo e questa consapevolezza potrebbe un giorno affermarsi anche nelle loro capitali. Fino a quel momento, è importante seguire da vicino gli sviluppi nel nostro Paese, attuare con prudenza gli adeguamenti necessari e prepararsi a diversi scenari. La sospensione unilaterale dell'imposizione minima, tuttavia, non risolve alcun problema, anzi.

Sfruttare il margine di manovra per alleggerire il carico delle imprese

Se la politica intende alleggerire il carico delle imprese, dispone sicuramente di altri mezzi per farlo. La riduzione della burocrazia è uno di questi, ma soprattutto la rinuncia a proposte che ampliano ulteriormente il settore sociale e aumentano ancora di più il costo del lavoro: in primo luogo l'ulteriore ampliamento dell'AVS e il suo finanziamento tramite contributi salariali, ma anche nuove sovvenzioni per gli asili nido e un aumento del congedo parentale. È inoltre necessario il programma di sgravio, senza il quale si rischiano aumenti delle imposte o tagli massicci a prestazioni come l'istruzione e la ricerca, che sono importanti anche per l'economia. Infine, anche la popolazione può contribuire, ad esempio con un NO deciso il 30 novembre all'imposta sulle successioni proposta dalla Gioventù Socialista, che porterebbe alla rovina le imprese familiari. Il contesto economico internazionale è indubbiamente difficile. Tuttavia, molti dei problemi che gravano sulle imprese svizzere sono di origine interna e possono essere risolti, a condizione che vi sia la volontà (politica) di farlo.