Il fran­co resta d’at­tua­li­tà in at­te­sa di una rea­zio­ne degli am­bien­ti po­li­ti­ci

Dopo la metà di feb­bra­io, il fran­co si è ap­prez­za­to di circa il 5% ri­spet­to al­l’eu­ro, sta­bi­len­do­si a ad un tasso di cam­bio di 1,03. Que­sto fa male. Ciò au­men­ta no­te­vol­men­te le dif­fi­col­tà del­l’in­du­stria sviz­ze­ra le­ga­ta alla si­tua­zio­ne mo­ne­ta­ria, spes­so pre­sen­ta­ta im­pro­pria­men­te come un fe­no­me­no a breve ter­mi­ne. Il clima eco­no­mi­co ri­ma­ne teso. Il Fondo mo­ne­ta­rio in­ter­na­zio­na­le (FMI) ri­tie­ne inol­tre che la Sviz­ze­ra re­gi­stre­rà il tasso di cre­sci­ta più basso d’Eu­ro­pa.

​Que­sta set­ti­ma­na il Con­si­glio fe­de­ra­le ha esa­mi­na­to an­co­ra una volta le con­se­guen­ze del fran­co forte. Il go­ver­no con­fer­ma così che le sfide per­man­go­no. Si at­ten­de an­co­ra una rea­zio­ne degli am­bien­ti po­li­ti­ci, anche se, come ha giu­sta­men­te in­di­ca­to il Con­si­glio fe­de­ra­le, nes­su­na mi­su­ra è ef­fi­ca­ce a breve ter­mi­ne. Oc­cor­re so­ste­ne­re le im­pre­se at­tra­ver­so una mol­ti­tu­di­ne di pic­co­le mi­su­re e mi­glio­ra­re le con­di­zio­ni qua­dro, poi­ché le im­pre­se sof­fro­no in par­ti­co­la­re per il li­vel­lo ele­va­to dei costi in Sviz­ze­ra. An­co­ra più im­por­tan­te, bi­so­gna evi­ta­re ogni au­men­to degli oneri.

La po­po­la­zio­ne ha la pos­si­bi­li­tà di mo­stra­re la via agli am­bien­ti po­li­ti­ci: essa può ri­fiu­ta­re l’in­tro­du­zio­ne di un’im­po­sta sulle suc­ces­sio­ni, il pros­si­mo 14 giu­gno, ciò che sa­reb­be un chia­ro se­gna­le a fa­vo­re delle im­pre­se sviz­ze­re. Un ri­fiu­to co­strin­ge­reb­be anche gli am­bien­ti po­li­ti­ci ad oc­cu­par­si se­ria­men­te degli sgra­vi a fa­vo­re delle im­pre­se. Que­sto è esat­ta­men­te ciò di cui le im­pre­se hanno bi­so­gno oggi.